La (pronta) cura di sé

Smart health: il design per l’emergenza sanitaria in tre progetti ad alta tecnologia.

 I dispositivi indossabili per il monitoraggio di parametri vitali contribuiscono in misura sempre più importante al mantenimento di una buona salute e alleviano il carico di diagnosi e cura ai pronto soccorso e agli ospedali. Il paziente acquisisce consapevolezza e autonomia nell’assunzione delle terapie richieste alle malattie croniche da cui è affetto, nell’osservazione del proprio stato di salute in una fase delicata della vita, nella rilevazione di potenziali segnali d’allarme tout court.

Il battito cardiaco, l’ossigenazione del sangue, l’idratazione corporea sono registrati da sensori a contatto con il corpo integrati in sistemi portatili o indossabili: comfort e usabilità sono dunque essenziali in una… convivenza così ravvicinata.

 

Far di necessità design

Le soluzioni che il design propone possono includere, per esempio, uno zaino per la dialisi portatile, una tuta e un bracciale connessi a un’app a supporto dell’invecchiamento attivo e in salute, un dispositivo di protezione personale per il processamento delle epidemie. Questi progetti sono nati

nell’ambito del corso di Laurea magistrale in design del prodotto e comunicazione visiva dell’Università IUAV di Venezia, ove è attivo un Laboratorio di design medicale diretto dal professor Medardo Chiapponi con la collaborazione del progettista Andrea Ciotti.

“I concept che sviluppiamo utilizzano le nuove tecnologie per far fronte a diverse situazioni di emergenza, nell’intento di decongestionare cliniche e ospedali in momenti difficili come quello costituito dall’epidemia in corso ma anche di contenere, ove possibile, i costi delle degenze. Collabora con noi sul tema del design per le emergenze Noemi Bitterman del Technion di Haifa, più volte visiting professor nella nostra laurea magistrale. – spiega Chiapponi - Recentemente IUAV ha approvato la costituzione del Cluster Medical Design Laboratory on Service & Product Innovations – MEDLAB, centro di competenze che si occupa dell’ingegnerizzazione e della produzione dei nostri progetti”.

 

Il rene in spalla

Di prossima realizzazione sono Re-Leaf, AgeDesign e HSkin.

Re-Leaf di Alessia Buffagni è un rene artificiale indossabile (WAK,Wearable Artificial Kidney), sviluppato con la supervisione di IRRIV (International Renal Research Institute di Vicenza).

Chi è affetto da malattia renale allo stadio terminale (ESRD, End Stage Renal Disease) deve sottoporsi a tre cicli settimanali di emodialisi (la pulizia extracorporea del sangue): tra un trattamento e l’altro accumula liquidi e tossine, ha nausee e si indebolisce.

Le parti mobili dei modelli di WAK oggi disponibili sono agganciate scomodamente e disordinatamente in un’imbragatura. Il progetto di Buffagni compatta in un’unica cartuccia tutti i circuiti di dialisi: sacche di soluti, cannule, sostegni di policarbonato e un lettore che integra batteria, sensori, pompe peristaltiche, motore e contenitore per i liquidi di scarto. Le due unità rispettano il vincolo dimensionale delle misure standard di uno zaino da spalla, 46x32x18 cm, soluzione che permette di indossare l’apparecchio con agio e discrezione se si desidera uscire da casa.

 

Come stai? Te lo dice la tuta

AgeDesign è finanziato con fondi Europei di Sviluppo regionale (FESR) nell’ambito del programma INTERREG Italia Austria 2014-2020 e vi hanno collaborato, accanto a IUAV, l’Azienda ULSS 1 Dolomiti, l’Università Paris Lodron di Salisburgo, il Salzburg Research Forschungsgesellschaft coordinati dal Centro Produttività Veneto di Vicenza. Il progetto è dedicato a un target di utilizzatori over 55, una fascia di popolazione piuttosto numerosa quanto pienamente attiva che certamente desidera rimanere tale. Una tuta con sensori IMU (unità di misura inerziale) per il controllo del movimento e un kit composto da una stazione di monitoraggio e ricarica e da un bracciale per il controllo dei parametri cardiaci (battito e frequenza), dell’ossigenazione del sangue – un indicatore importante, per esempio, per la prevenzione del coronavirus - e dell’idratazione corporea sono connessi a un’app che registra i feedback. Una convalida dei dati rilevati dai sensori, in particolare di quelli relativi all’idratazione, è stata effettuata nei laboratori dell’ospedale di Feltre. Nell’ambito del progetto è stata creata anche la piattaforma web Qualifedesign mirata alla raccolta di competenze sul design e le tecnologie per l’invecchiamento attivo.

 

Autoindossante

HSkin, di Denny Roncolato, è un dispositivo di protezione personale per l’analisi dei dati epidemiologici, pensato in particolare per i campi operativi dell’Ebola Virus. Si tratta di una tuta che può essere indossata e rimossa senza alcun aiuto: l’utilizzatore calza il casco e attiva il rilassamento del capo con un comando vocale. La tuta scivolerà lungo il corpo e si ritrarrà alla riattivazione del comando, adattandosi all’anatomia del soggetto: è costituita da diversi tessuti smart che, a contatto con specifiche aree del corpo, si occupano di termoregolazione interna, accumulo di energia meccanica e sterilizzazione automatica delle superfici. Un trattamento superficiale fornisce prestazioni antibatteriche, la nanostruttura assicura traspirabilità e impermeabilità selettiva. Per la comunicazione efficace e in sicurezza con il paziente e gli altri membri del personale medico, il sistema può integrare uno schermo flessibile frontale, una videocamera, un termometro a distanza e un auricolare. Futuribile ma non troppo, HSkin accorpa tecnologie multisettoriali in un equipaggiamento intelligente, in grado di modularsi su emergenze differenti, inclusa la pandemia di Covid-19. 

A. F.

 

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  1. I progetti di design medicale elaborati allo IUAV saranno realizzati con il supporto di MEDLAB - Cluster Medical Design Laboratory on Service & Product Innovation.

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 2.Nuovo design per un WAK: circuiti di dialisi e meccanica sono accorpati in due unità compatte da indossare come uno zaino: è Re-Leaf di Alessia Buffagni.

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3.AgeDesign, kit di dispositivi indossabili a supporto dell’invecchiamento attivo, è interessante anche per le possibili ricadute positive nella prevenzione del coronavirus.



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4.     HSkin, di Denny Roncolato, è un dispositivo di protezione personale che si indossa senza l’aiuto di nessuno, tramite un semplice comando vocale.


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5. In HSkin tessuti smart a cambiamento di fase, a memoria di forma, termoregolanti, ad immagazzinamento di energia meccanica e solare corazzano il personale medico per varie emergenze.