Le mille Bolle Blu

Naïve e realisticamente futurista, ‘aperta’ e ‘chiusa’, distanziata e di prossimità, hi-tech e nostalgica, fluida: il fascino di Concept Bubble, il progetto di veicolo autonomo elettrico che Chuan Jiang ha sviluppato nel 2020 come tesi di laurea a conclusione degli studi condotti presso la Monash University di Melbourne, è nel tenere uniti concetti e mood per molti versi antitetici, a immagine e somiglianza della società in cui siamo immersi.

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Riprendersi la strada

“Con il crescere del numero di veicoli circolanti, la strada è mutata da spazio umanocentrico a ‘veicolo-centrico’, ampliandosi in larghezza per adattarsi all’esigenza di un flusso sempre più massiccio di mezzi di trasporto  – osserva Chuan Jiang -.
L’interazione tra le persone, un tempo normale anche in strada, si è ridotta moltissimo. Possiamo immaginare di riaprire alla socialità le nostre strade e comunicare con gli altri durante il percorso? 'Concept Bubble' ragiona sul modo in cui i veicoli a guida autonoma possono invitare ad aggregarci. Mira alla celebrazione di una società più coesiva e suggerisce un possibile orientamento alle aziende automobilistiche che si stanno trasformando da costruttori di veicoli a fornitori di servizi di mobilità”.

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Pensata per una mobilità autonoma e condivisa, ogni Bubble può viaggiare con le sue simili, accostandosi e aggregandosi come le bolle di sapone.
Bubble è un veicolo elettrico monoposto, a guida autonoma, a tre ruote in cui sono integrati i motori elettrici, di volume sferico per consentire un moto fluido a velocità contenuta, come si addice a una city car. La base accoglie le batterie nel pianale sotto il pavimento: il design ricorda le forme ‘prensili’ ed ergonomiche di un controller per Playstation.


The social (car) network
Pensato come membro di una flotta di veicoli per la mobilità condivisa, si prenota via app. Quando l’auto raggiunge l’utilizzatore, un gradino posto tra le due ruote anteriori fuoriesce per  consentire l’ingresso nell’abitacolo, che si schiude allineando la seduta, orientabile a 360°, a conchiglia, larga e confortevole come una poltrona.

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Il compagno o più compagni di percorso si scelgono sulla base di passioni comuni o per scambiarsi opinioni su argomenti d’interesse.

L’abitacolo, interamente vetrato, è un volume quadrangolare con spigoli ampiamente e piacevolmente arrotondati. Il nome della concept car – bubble, in italiano ‘bolla’ – non descrive semplicemente la forma, ma esplica una caratteristica fondante del progetto: ogni veicolo può aggregarsi a un altro o a più veicoli con lo stesso principio di una bolla di sapone, accostandosi e creando un agglomerato di più unità. La mobilità che Jiang immagina è simile all’interazione in un social network: poiché le auto sono interconnesse, il conducente può scegliere di condividere un tratto di strada con chi sta compiendo il suo stesso tragitto e manifesta gli stessi interessi, o desidera conversare su un determinato argomento, o insieme agli amici e ai colleghi. L’abitacolo vetrato immerge l’utilizzatore nello spazio circostante ma, soprattutto, è un’interfaccia interattiva che pone in relazione con l’esterno – per esempio, saluta il conducente e gli altri utenti della strada – così come con gli altri utilizzatori, che appaiono in video.  La base su tre ruote permette al veicolo di ’sciamare’ accostandosi a chi lo interpella, il sedile completamente girevole pone vis a vis – protetti nella propria bolla o open air, a veicolo scoperto - con gli interlocutori.
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Prenotata via app, Bubble accoglie l’utente in un abitacolo con sedile orientabile a 360°: compatta ed elettrica, ha un ingombro limitato rispetto ai mezzi in circolazione.

L’effervescenza dell’incontro
Il senso di comunità gioiosa e partecipe che Chuan Jiang ha sperimentato nella primissima giovinezza durante le feste che irrompevano in strade e piazze è per molti un ricordo nostalgico, che il distanziamento sociale in atto ha reso più struggente. Ma l’erosione costante dello spazio pubblico e sociale in favore del traffico urbano è una degenerazione che continua da decenni, a cui si è aggregata la difficoltà di incontrare davvero gli altri in corpo e voce, sostituiti dagli avatar digitali di un mondo connesso quanto disgregato. Se il nucleo delle nostre vite sono lo spostamento in auto e la comunicazione via social e nel futuro vicino c’è la mobilità autonoma e condivisa, a partire da questi strumenti, nel proprio ruolo di transportation designer, Chuan Jiang afferma la possibilità di re-immaginare la relazione tra le persone e le automobili perché si traduca in autonomia e condivisione, e la dimensione digitale resti tramite e non sostituto della realtà fisica.
A.F.

Questo articolo è estratto dal numero di AUTOMOTIVE FEBBRAIO 2021 https://www.sfogliami.it/fl/220132/xfp4nrtcd18nff769qsvqjxh27pvgx6q&i=1#page/12

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